Cos’è l’amicizia?Non lo so, ma sicuramente non è: lamentarsi sempre.

Cos’è l’amicizia?
È una domanda che ha molte risposte, tante quante sono le culture, le persone, le età e i luoghi.
Ci sono moltissime definizioni.
C’è chi dice che l’amico si vede nel momento del bisogno.
C’è chi preferisce amici con cui condividere interessi, chi persone con cui parlare.
Ma quando aiutare un amico è un piacere, un gesto spontaneo, e quando diventa un obbligo a cui non ci si riesce più a sottrarre?
Il fatto che siamo o ci sentiamo sempre più soli è assodato.
I social non creano veramente legami, non ci vediamo spesso con gli amici, siamo lontani, o impegnati, o stanchi.
I lavori che svolgiamo ci consumano energia mentale e fisica, e ne rimane poca per gli altri.
Nella mia vita, spesso mi sono sentita dire che sono una persona brava ad ascoltare, che dò buoni consigli, che sono equilibrata. Mi fa piacere aiutare le persone, amici o conoscenti che sia.
Se ho avuto modo e tempo, ascoltare e dare un consiglio o una parola di conforto è sempre stato un piacere.
Ma…
Negli ultimi anni ho notato come essere contattati per farsi ascoltare da un’amica (io), sia sempre più un’abitudine che fa bene a chi ne usufruisce, ma certamente non a me.
Ci sono persone che, certamente non in modo consapevole, mi cercano a suon di “ciao come stai, bla bla” senza nemmeno ascoltare la risposta al loro “come stai?”.
Senza chiedere a me o chiedere a loro stessi se io, in quel momento o in generale, abbia il tempo e l’energia, o la voglia e le forze per ascoltarli nel loro (spesso ennesimo e mai risolto) problema di vita, lavoro, coppia, amicizia, rapporti umani.
Chiedendomi semplicemente di vederci, perchè LORO devono assolutamente raccontarmi qualcosa.. per poi iniziare a buttarmi addosso una o più ore di lamentele, spiegazioni di come sia colpa di qualcun altro se stanno male o sono infelici.
Senza ascoltare nessun consiglio (ammesso che io ne abbia di utili da offrire), nè accorgersi se io stia o meno ascoltando (si, ascolto sempre, purtroppo).
E dopo le tot. ore di sfogo personale (sempre il loro), a volte, i più amici mi chiedono “e tu che mi racconti?”. Evviva!
ma capisci bene, caro amico o amica, che dopo 45 minuti in cui tu mi hai raccontato, per l’ennesima volta, di come chiaramente il mondo ti abbia preso in antipatia, di come tutti non ti capiscono e il tuo capo è uno stronzo..l’argomento più allegro che mi viene in mente è “l’ultima biografia di Hitler”!
Ci sono pure le persone che nemmeno te lo chiedono di raccontare qualcosa tu.
Ti sorridono, sono molto gentili (sempre, mai che manchi la gentilezza), ti ringraziano, magari pagano anche loro il caffè che vi siete bevuti insieme, e se ne vanno dicendo “grazie, sai, mi ha fatto proprio bene parlare con te, sei una buona amica”.
Ma mai che mi ricontattino dopo per proporre di andare al cinema insieme, a teatro, a fare due passi o shopping.
Sempre e solo, regolarmente, sia esso dopo giorni o mesi, per aggiornarti sul loro immancabile e irrisolvibile problema di vita. Non sia mai mi perdessi una puntata. Io che non ho mai guardato le telenovele.
Perchè io no, io non ho nessun problema, nessun dubbio esistenziale, nessuna preoccupazione. Io sono “Equilibrata”. Sono nata così, è ovvio.
Io ho anche i miei problemi. Ma francamente quando parlo con qualcuno e pronuncio più di 3 frasi di seguito, ho sempre il timore di aver parlato troppo solo io.
Quando parlo con gli altri, IO Mi chiedo sempre “quante volte ho detto ‘io’ negli ultimi 5 minuti?”.
Grazie, cari amici.
Io vi ringrazio perchè vi fidate di me, perchè i vostri segreti con me sono, giuro, al sicuro fino alla morte (vostra o mia, dobbiamo decidere), nemmeno allo psicologo li racconterei (o forse si, con qualcuno mi devo pur lamentare anche io).
Però da oggi in poi, se mi raccontate i vostri problemi per più di 10 minuti di seguito, senza nemmeno chiedermi come sto, nè prima nè dopo, ho scelto un nuovo approccio. E penso sia corretto avvisare prima.
Da oggi, se quando ci vediamo vi lamentate per qualcosa per più di 10 minuti, vi emetto regolare fattura di consulenza psicologica. Sono economica, 30 euro l’ora. Sono consapevole di non essere una specialista.
La volta dopo, quando mi chiamate, prendete appuntamento e specificate la durata del consulto, così mi organizzo.
Io capisco che la società ci isola, ho capito che nessuno ascolta più gli altri in questo mondo distratto e frettoloso, ma proprio sempre a me dovete venire a raccontare tutto?
Scrivete un diario.
Poi però, RILEGGETEVI, e capirete quanto siete noiosi e ripetitivi. Quanto poco avete da offrire al mondo, e chiedetevi se forse non sia questo il motivo per cui il mondo ce l’ha con voi.
Oppure andate da uno psicologo serio, che magari vi aiuta veramente.
Io posso offrire empatia, ma non sempre, non per forza, e non sono un professionista.
Non c’è nulla di male, veramente, ne abbiamo bisogno tutti prima o poi nella vita.
Se questa è la versione dell’amicizia che i tempi moderni offrono, preferisco e preferirò sempre la compagnia di un buon libro. Se è noioso, sarà colpa mia che ho scelto di comprarlo.
Vi siete offesi? Non fa niente. Da qualche parte bisogna pur iniziare.
Se l’autocritica non funziona, la critica altrui a volte è ciò che serve per prendere consapevolezza di se stessi.
Pace e bene.