intervista alla poetessa Antonella Di Iorio, autrice della pagina facebook Terra di Confine
A volte curiosare sui social può essere una perdita di tempo di cui non ci rendiamo nemmeno conto.
A volte invece, per fortuna, la combinazione di algoritmi pubblicitari, contenuti di interesse dei nostri contatti e i famosi suggerimenti di facebook di pagine che “potrebbero piacerti”, ci dà modo di scoprire contenuti di grande interesse, che aprono i nostri orizzonti e arricchiscono la nostra quotidianità.
E’ quello che è successo a me visitando la pagina facebook Terra di confine, sulla quale, proprio il 25 aprile, ho avuto occasione di leggere una poesia, provocatoria a mio parere, e toccante, che inizia con
“Venticinque Aprile.
No, non voglio distendermi su un prato con gente semisconosciuta a parlar di poca cosa, oggi.”
una sensazione a me nota.
la poesia continua con qualcosa che suona come un’alternativa poco “alla moda” di questi tempi, l’introspezione:
“Oggi sosto nel mio essere, vorrei pensare.”
[….]
Vi invidio, voi che vi sentite liberati dalla guerra. Che vi basta spegnere il notiziario per sentirvi amabilmente al sicuro.
[…]
Invidio tutti voi che avete molte guerre in corso fuori e dentro la testa e non sapete, e le ignorate, e intanto danzate lietamente come foste a una gran festa.
Potete leggere la poesia completa sulla pagina facebook, insieme a tante altre, poesie dell’autrice Antonella Di Iorio, insieme ad alcune citazioni di poesie di altri poeti, che la ispirano nella sua quotidianità.
Quanto ho letto la poesia che cito qui sopra, quel giorno, io mi sentivo un po’ così, vuoi per la stanchezza di una settimana che, come altre, è nel nostro piccolo, spesso, una guerra, con il tempo che non basta mai per i troppi impegni voluti o meno, con i clienti che chiedono sempre qualcosa che tu devi cercare di soddisfare, con la stanchezza della stanchezza.
E anche io avevo pensato, in quei giorni, a come i tg potessero passare allegramente da un argomento terribile come le morti in guerre più o meno lontane, a argomenti futili come l’affluenza al mare o nei parchi degli italiani durante il ponte.
Così ho deciso di contattare l’autrice, chiedendo se avesse voglia o tempo da dedicarmi per una piccola intervista, con lo scopo, nel mio piccolo, di divulgare qui sul blog l’esistenza di questa pagina, ricca di sentimento e riflessioni, e di saperne di più su cosa la spingesse a scrivere, a mettersi così a nudo su un social, condividendo con altri, lettori sconosciuti come me, i suoi sentimenti e sensazioni.
Ecco l’intervista, Da Antonella (io) a Antonella Di Iorio, l’autrice.
Io “Come è nata la tua pagina facebook Terra di confine?”
Antonella “La mia pagina è nata per far leggere le cose che scrivo, cose che, un po’ per pudore, non avevo fatto leggere quasi a nessuno. La mia passione per la scrittura è iniziata da piccola. Avevo 8 anni quando scrissi la mia prima poesia.”
“Come mai hai scelto la poesia per esprimerti, piuttosto che generi più “facili” come la prosa?”
“Non penso di aver scelto la poesia consapevolmente. È stata la poesia a darmi il linguaggio che meglio di ogni altro mi consente una specie di catarsi e al tempo stesso di pienezza.
Credo che la poesia abbia molto a che fare con lo spirito, con quella parte di noi che conduce la nostra vita e della quale purtroppo siamo sempre meno consapevoli, presi come siamo dal “concreto”, dagli affanni della quotidianità. Ma contrariamente a quanto si può pensare, la poesia è molto concreta, perché permette di dare nome alle cose, alle emozioni, con le parole dell’anima.
Il linguaggio della poesia permette a chi scrive di nobilitare anche le brutture della vita, di sublimare il dolore attraverso la bellezza che va cercando costantemente. Il poeta è come un esploratore, che si fa strada nel buio di una via sotterranea con questa luce speciale sempre accesa che lo conduce. A volte sembra spegnersi, ma lo fa solo per immergere più in profondità l’ispirazione.
Nel blog, comunque, ci sono anche brevi racconti. Amo anche scrivere in prosa.“
“Cosa ti spinge a scrivere poesie?”
“Il bisogno di cercare qualcosa di più. E’ un’inquietudine che da sempre mi porto dentro. E sicuramente un sentire intenso che necessita di esprimersi. “
“Per alcune persone la poesia, come genere, è noiosa da leggere, o difficile da capire. Roba per gente colta..da cosa credi che dipenda?”
“La poesia viene vista così forse perché non c’è abbastanza educazione a questo genere letterario. Molte persone pensano che la poesia vada capita, come un racconto. Invece la poesia è un racconto che non va capito, ma ascoltato, accolto più con il cuore che con la testa, sebbene sia comunque pensiero, ma è un pensiero che chiede al lettore di lasciar cadere i giudizi, la razionalità e di abbandonarsi all’ascolto. È una fotografia che va guardata con altri occhi. Con gli occhi del bambino che siamo stati e che siamo ancora, con gli occhi puri. La poesia parla per simboli, e una parola può avere più significati. E’ un esercizio che tutti possono provare, la lettura di poesie è per tutti.”
“A che tipo di persone consiglieresti di provare a iniziare a scrivere in versi e perché?”
“Consiglio di provare ad approcciarsi alla scrittura di poesia a chi sente il bisogno di dire qualcosa, a chi sente di non avere abbastanza voce nella realtà. Ma anche stavolta, lo consiglio a tutti! Ci si mette lì, cercando di fare silenzio, e si crea piano piano un canale che permette alle parole di arrivare.”
“Tu hai seguito un corso di scrittura o sei autodidatta? Scrivi in rime o in quello che chiamano”free verses”, quindi in versi liberi e perché?”
“Io non ho fatto nessun corso di scrittura. Ho fatto però un impegnativo corso di ascolto di me stessa. Scrivo sia in versi liberi che in rima. Lascio che sia la poesia a decidere. Se nasce con assonanze e rime la lascio parlare così. Penso che si debba andare incontro a ciò che arriva senza pregiudizi o costrizioni mentali. Ovviamente c’è un lavoro di limatura, di sottrazione… Cerco di non eccedere mai con le parole.”
“Di cosa parlavano le tue prime poesie da bambina? Te lo ricordi?”
“La mia prima poesia da piccola parlava della caccia. Soffrivo a vedere alcuni miei familiari che riportavano uccellini morti.”
“C’è una poesia delle tue a cui sei particolarmente affezionata? E una di un altro poeta? Perchè?”
“La poesia alla quale sono più affezionata è sicuramente “L’infinito”, perché ci invita a volgere lo sguardo più in là, oltre… Una mia poesia invece, alla quale sono più affezionata non c’è, ne ho scritte circa 500 e sono legata a tutte. Forse potrei dire che quella a cui sono più affezionata è la prima che ho scritto.”
“La domanda più ovvia: perché “terra di confine”?”
“Ho chiamato il blog terra di confine perché mi piace pensare alla mia pagina facebook, al mio blog, e alla poesia stessa, come un luogo tra il reale e l’immaginario, il possibile e l’impossibile. Un po’ quella linea che separa ciò che siamo da ciò che potremmo diventare. È il tentativo di cercare un’unità nella frammentarietà’ della vita camminando su questa linea che in realtà non separa ma unisce. ”
A mio parere, la pagina Terra di confine trasmette, a chi la legge, generosità di sentimenti, volontà di mettersi in gioco con pudore e delicatezza, la stessa disponibilità e generosità che l’autrice ha mostrato a me nel concedermi questa intervista a distanza, e di questo la ringrazio.
Spero che chi leggerà questo articolo possa apprezzare il mio suggerimento di seguirla su facebook, arricchendo la propria giornata di riflessioni e sentimenti, come ha arricchito la mia. E chissà che un giorno non ne nasca una raccolta di poesie, da leggere e rileggere in cartaceo o kindle, o qualunque altro formato i suoi lettori preferiranno acquistare!
In quattro anni che ti seguo,ho scoperto tutta la sensibilità, profondita e saggezza di pensiero che riesci a trasmettere,infondo basta guardarti nella luce che si vede nel Tuo sguardo.Una bella persona.
In quattro anni che ti seguo,ho scoperto tutta la sensibilità, profondita e saggezza di pensiero che riesci a trasmettere,infondo basta guardarti nella luce che si vede nel Tuo sguardo.Una bella persona.
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