25 novembre 2017 giornata contro la violenza sulle donne
Domani non potrò essere al corteo “non una di meno”, non sarei in condizioni di camminare così tanto questa volta. ma ci sarò come sempre con lo spirito. domani, e ogni altro giorno, quando sento tante brutte storie di violenza, fisica e psicologica, di prevaricazione, battute maschiliste anche fatte dalle donne, discriminazioni verso omosessuali o transessuali, battute su quanto poco una donna sappia badare alla casa o su quanto sia suo dovere stirare bene, o tentativi di sminuire un uomo più sensibile o che non ha paura di mostrare i suoi sentimenti.
Ogni volta, ognuna di noi deve esserci e avere la prontezza di reagire, facendo riflettere l’altro che non sono battute divertenti, che dietro c’è altro, che dalle battute in tanti casi si passa alle mani. Qualcuna di noi non è fatta per “le grandi battaglie sociali” nè se la sente di far parte dei collettivi femministi (che ci sono ancora, nonostante li pensiamo come una cosa molto anni 70), o di fare la volontaria nei centri antiviolenza.
Ma non dobbiamo mai rinunciare a fare la nostra parte. Sia quella della mamma o nonna che tira su un figlio o nipote maschio a cui va insegnato il rispetto per tutti e la dignità di ogni essere umano, indipendentemente dal sesso, dalla preferenza sessuale o dal credo religioso o dal colore della pelle (sul serio, bisogna ancora ripeterlo e ricordarselo) perchè si parte anche dall’educare i maschi che non siamo venere contro marte, ma insieme in questa battaglia.

Sia esso il ruolo dell’amica che deve incitare con il suo esempio un’altra donna a trovare il suo spazio nella coppia e a staccarsi dal senso di colpa se “non so cucinare o non so stirare o mio marito si lamenta di questo” o della compagna o fidanzata che parla e ascolta il suo compagno su questi argomenti, perchè nella condivisione reciproca dei punti di vista, nelle letture di altri blog (migliori del mio), di altri giornali (non mancherò mai di raccomandare il Mensile Leggendaria che tanto fa in questo senso per riflettere e far riflettere) o o libri, solo nella condivisione e messa in discussione si possono sensibilizzre i nostri compagni a cosa è la violenza di genere. Questo è un aspetto molto importante. Ho visto per mia esperienza che anche l’uomo più dolce e più aperto alla parità, ha difficoltà a capire perchè mai noi donne ci lamentiamo e che cosa sia il femminismo oggi, ma ho visto anche che nella condivisione e conversazione, impariamo noi e imparano loro, e ci sostengono, e coinvolgono i loro amici e conoscenti e ne sono orgogliosi.
Oggi per domani e in generale per tutto l’anno, se non siamo al corteo di Roma, facciamo in modo di essere “non una di meno” in questo cammino, che migliora non solo la vita delle donne, ma alleggerisce la vita degli uomini dai loro stereotipati ruoli di macho e uomo alpha (grazie a Grayson Perry e al suo lavoro “All Men” che potete vedere su you tube nelle varie puntate https://www.youtube.com/watch?v=qvrC0i4pXak e al suo libro “The descent of Man” https://www.amazon.it/Descent-Man-Grayson-Perry/dp/0241236274 purtroppo al momento solo in inglese).
La parità non toglie niente agli uomini ma dà a loro maggiore libertà, libertà di essere come sono e non come la società si aspetta che siano, più spazio alle loro vere emozioni e debolezze, e a noi donne maggiore possibilità di capirci e capirsi a vicenda. La parità conviene a tutti noi. E anche il femminismo.