Spegnete la tv. o almeno una parte di essa.

La tv di oggi, e il dibattito sulla rivoluzione mediaset (anzi fininvest) e la sua importanza per sdoganare una tv di intrattenimento e leggerezza che tutti gli italiani stavano aspettando.. discussioni che vanno avanti, nel mondo delle scienze della comunicazione da oltre 20 anni, da tempi appunto della nascita di fininvest.
E non è che all’estero le cose vadano meglio, o che ci siano Paesi in cui la tv sia un mezzo di educazione e informazione senza pari. Ma io non sono un’esperta e non posso lanciarmi in questi dibattiti e considerazioni.
Ma posso trattarli da spettatrice (o non spettatrice, nel caso specifico).
Argomento: Grande Fratello Vip. Mai visto, come le edizioni non vip. come larga parte di questo tipo di tv di puro intrattenimento e risate sguaiate da bar, di pettegolezzo e occhio clinico sulle vite degli altri. La mia di vita è già interessante, io trovo, senza occuparmi di quella altrui. e se non lo è, di solito ci lavoro su per renderla migliore.
Tuttavia, nei giorni scorsi l’episodio della conversazione tra Bettarini e Russo, due che sono, per la loro notorietà, anche stati simbolo e oggetto di ammirazione di molti giovani uomini italiani e molti ragazzini tutt’oggi. Sono ex sportivi, sono bellocci, hanno successo. Eppure tirano fuori una conversazione in cui danno il meglio di sè: tradimenti alla ex moglie uno, omofobia spinta e maschilismo anni ’20 l’altro ( un uomo dovrebbe “lasciare lì morta” la compagna infedele). Così riportano i giornali online e non da giorni, dando uno spazio a mio parere immeritato al tutto, alla conversazione e a chi l’ha portata avanti. ma forse, come si suol dire, è vero che bene o male basta che se ne parli, se oggi il giornale free press Metro dichiara che da oggi non parlerà più di questo programma e dei suoi annessi e connessi. Se il codacons è in rivolta per la messa in onda del dialogo di cui sopra.
e qui riporto ciò che la redazione di Metro scrive, a mio parere in modo assolutamente condivisibile:
Sulla scelta di mandare in onda una tale conversazione, crediamo di poter dire la nostra: in un Paese che registra uno dei tassi di femminicidio più alti d’Europa e dove l’omofobia è un problema oggettivo, chi fa tv dovrebbe sapere di avere gigantesche responsabilità.
Non invochiamo la censura, tuttavia certi contenuti profondamente sbagliati dovrebbero essere contestualizzati, spiegati e rispediti al mittente. Il GFV non ha scelto questa strada per fame di ascolti. Ma la decisione di pescare nel torbido ha – o dovrebbe avere – delle conseguenze perché anche il peggio deve avere un limite. fonte http://www.metronews.it/16/10/02/ecco-perch%C3%A9-metro-non-scriver%C3%A0-pi%C3%B9-del-gfv.html
aggiungo io che una tv del genere, chi gestisce il programma, chi lo manda in onda, chi partecipa dando il peggio di sè perchè si sente ammirato proprio per questo, dovrebbe pagare con l’oblio di se stesso in tv e su tutti i mezzi di comunicazione, quando oltrepassa il limite e usa il mezzo televisivo o altro per dare il peggio di sè pensando di essere un gran fico.quindi non solo metro, ma tutto questo programma meriterebbe di non essere più citato da giornali scandalistici e non, online e cartacei, programmi tv e similari. questa non è informazione. e non è nemmeno televisione- è non assumersi nessuna responsabilità a nessun livello.
la tv deve essere quindi noiosa? si, a mio parere si. deve essere più noiosa, più informativa e portare a far riflettere, e non mandare in onda stupidaggini atte solo a anestetizzare il cervello di chi guarda.
basta con l’intrattenimento fine a se stesso.e non è un problema delle reti private ovviamente ma anche della tv “pubblica” che niente ha più a che vedere con quella degli anni ’50 quando i direttori di rete si assunsero la responsabilità di alfabetizzare la popolazione del dopoguerra con i noti programmi di scuola in tv per tutti. “non è mai troppo tardi”, e speriamo non lo sia già invece per noi. esistono certamente canali più informativi, di spessore superiore, ma alla fine, tutti sappiamo che il 60% del pubblico si ferma, con il telecomando, al 6, e lì i documentari, gli approfondimenti, i concerti, non ci arrivano perchè si ha paura di perdere pubblico e consenso. Continuando ad alimentare populismo, razzismo, machismo e un senso di superficialità che è ammirato: perchè se in tv io vedo gente che discute del nulla con argomenti futili, e spesso con idee pericolose, perchè io dovrei sforzarmi di un pensiero più complesso?
la tv è un mezzo, ma chi ci inserisce i contenuti è responsabile anche del pubblico che lo segue, della sua “educazione” e del futuro del Paese in cui opera. certe porcherie non dovrebbero proprio essere mandate in onda.e se non lo fanno loro, è nostro dovere biocottare. punto.